Nei decenni scorsi la società civile ha preso una vasta e profonda consapevolezza con la malattia di Alzheimer, una patologia esistente dall’origine dell’uomo ma divenuta “socialmente riconosciuta” soltanto di recente grazie a campagne di informazione e consapevolezza. La concentrazione dei riflettori sulle demenze conclamate ha forse distratto i ricercatori e società da un aspetto di forse maggiori dimensioni: il problema della popolazione affetta da forme iniziali di decadimento cognitivo. L’identificazione del Mild Cognitive Impairment (MCI) ha riconosciuto ufficialmente l’esistenza della pre-demenza, pur con una generica incertezza legata al difficile inquadramento clinico di questa entità.
Definizione dI Mild Cognitive Impairment (MCI)
Situazione di difetto cognitivo lentamente progressivo che non sia attribuibile a deficit motorio o sensoriale e che può coinvolgere anche altre aree funzionali, prima che intervengano chiari impedimenti di ordine sociale o occupazionale.
La condizione di pre-demenza ha sollevato nel giro di pochi anni un’attenzione sempre più rilevante: i diversi dati epidemiologici rendono conto di una incidenza tra il 12 e il 18 per cento delle persone con più di 60 anni.
Molti dei casi di decadimento cognitivo precoce infatti coinvolgono persone nel pieno della loro attività lavorativa, spesso con incarichi di responsabilità e specifico impegno, nonché attivi a livello personale, relazionale, familiare e sentimentale. Il decadimento cognitivo di queste persone può essere molto sfumato, anzi l’incerta
manifestazione delle caratteristiche patologiche è tipica della stessa definizione di malattia.
La svolta culturale su questa condizione è molto recente e corrisponde a una interpretazione più corretta, più francamente clinica di questi disturbi sfumati, attribuiti in passato a errori di comportamento legati a distrazione, disattenzione, declino dell’impegno di concentrazione e assiduità spesso colpevolizzando la persona per la sua incapacità quasi volontaria di prestare la dovuta attenzione a comuni attività di lavoro o personali.
Infine un cruciale motivo di maggiore attenzione a questa condizione patologica è la concreta
possibilità di intervento terapeutico capace di condizionarne:
Le sue manifestazioni
L’evoluzione in forme di declino cognitivo maggiori.
Per queste ragioni, più che sulle demenze ormai avanzate e difficilmente condizionabili farmacologicamente, la maggiore dedizione clinica va adeguatamente destinata a queste forme di decadimento cognitivo iniziale, ancora poissibili di evidenti regressioni sintomatologiche e funzionali e di prevenzione verso l’aggravamento cognitivo più conclamato.
In un tempo relativamente breve quindi passati dal riconoscimento diffuso è accertato della demenza, alla classificazione anche di un’entità predemenziale, nota come Mild Cognitive.
Impairment (MCI), qualificata come una condizione patologica, sia pure ben differenziata per caratteristiche e qualità dalle condizioni più gravi.
Proprio sulla base di questa evoluzione di pensiero, riteniamo opportuno proporre una differenziazione più appropriata di questo MCI secondo due stati o meglio due livelli di diversa qualità e gravità:
Un decadimento giovanile e presenile
Un decadimento cognitivo iniziale senile
Non si tratta di una classificazione scolastica basata sull’età anagrafica.
Quest’ultima è sicuramente è inevitabilmente un criterio di differenziazione:
Il primo tipo infatti compare anche molto precocemente, generalmente a partire dai cinquant’anni mentre il secondo può manifestarsi anche molto tardivamente;
Un decadimento cognitivo lieve-moderato può coesistere anche con età molto avanzate pur senza sconfinare in una franca demenza.
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